Italo Antico - sculture

 

 

Galleria Mercato del Sale - 1983


 

[...] Nel riprendere di continuo in modi diversi il discorso più volte sperimentato, l’artista ha acquisito grande padronanza delle varietà possibili di modulazione del tema. Verso la fine degli anni settanta costruisce elementi a cavalletto che si aprono in varie direzioni, al limite degli effetti anamorfici, i tracciati sono ancora più secchi che per il passato, sono banditi i raccordi dolci per movimenti sempre più angolosi; ma il respiro dell’immagine che si forma in chi guarda nel gioco di prosecuzione mentale delle traiettorie indicate, è assai dilatato: a Verona, nell’ambito della mostra Il luogo della forma tenutasi negli spazi esterni di Castelvecchio nel settembre del 1981, come e meglio che in altre occasioni precedenti, il sottile schema metallico ha I ‘autorevolezza di un monumento.

Con questa costante meditazione sul senso della propria ricerca personale nel confronto con gli stimoli e le pressioni fluttuanti che gli provengono dall’esteno - da un lato l’arte come sollecitazione percettiva e intellettiva, dall’altro l’arte come liberazione del non dicibile e non teorizzabile - Antico ha ormai alle spalle una sicura vicenda operativa. Gli si intuiscono, nell’ultima produzione, problematiche aperte; appare chiaro che egli non intende venir meno al principio secondo cui l’attività artistica offre indicazioni strutturali e formali: non appena la sensitiva risposta alle emozioni, ma la ricerca del filo d’Arianna; non il caos, ma la scelta.
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Rossana Bossaglia
1982

 

 

 

 

 

 

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